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Cosa è l'autismo

Negli ultimi anni si è data particolare attenzione ai bambini diagnosticati come affetti da autismo o da disturbi generalizzati di sviluppo. In realtà non si sa bene cosa sia l'autismo e non si conosce una cura medica, anche se l'insegnamento e l'istruzione hanno un ruolo fondamentale nella crescita e nello sviluppo dei bambini autistici.
Il primo a parlare di autismo fu Leo Kanner che nel 1943 pubblicò un articolo su 11 bambini che aveva seguito per anni nella sua attività psichiatrica. Kanner individuò una varietà di sintomi e comportamenti unici:
Abitudinarietà (modificazioni anche lievi delle routine e dell'ambiente negli autistici sono causa di agitazione e sofferenza);
Sviluppo anormale del linguaggio (ritardo nel parlare o produzione linguistica limitata alla ripetizione di parole altrui);
Rifiuto del contatto sociale ( come tendenza ad isolarsi).
Tali caratteristiche sono ancora valide anche se è stata abbandonata l'idea di Kanner secondo cui tutti i genitori di bambini autistici sono freddi e distaccati e per questo considerati la causa primaria di tale disturbo. Prima dell'articolo di Kanner il termine autismo veniva usato per un disordine dei processi di pensiero in soggetti affetti da schizofrenia (grave disturbo emozionale riguardante il comportamento, il pensiero e l'umore); oggi se ne parla anche in termini di "disturbo generalizzato di sviluppo". Secondo il DSM-III-R (III edizione riveduta del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), la definizione "disordini generalizzati di sviluppo" si riferisce a bambini con problemi gravi in alcune aree fondamentali dello sviluppo psicologico. L' autismo è l'unica forma specifica e più grave di disturbo generalizzato di sviluppo. I criteri per la diagnosi di autismo secondo il DSM-III-R sono:

Deficit qualitativo nella interazione sociale reciproca:
1. Marcata mancanza di consapevolezza della esistenza dei sentimenti degli altri.
2. Nessuna ricerca o ricerca anomala di sollievo nei momenti di disagio.
3. Capacità nulle o ridotte di imitazione.
4. Gioco sociale assente o anomalo.
5. Deficit notevole nella capacità di fare amicizia con i coetanei.

Deficit qualitativo nella comunicazione verbale e non verbale e nella attività immaginativa:
1. Nessuna capacità di comunicazione verbale.
2. Comunicazione non verbale marcatamente anormale.
3. Assenza di attività immaginative.
4. Marcate anomalie nella produzione del discorso.
5. Marcate anomalie nella forma o nel contenuto del discorso, che comprendono l'uso stereotipato e ripetitivo del discorso.
6. Deficit notevole nelle capacità di iniziare o sostenere una conversazione con gli altri.

Marcata limitazione del repertorio di attività e di interessi:
1. Movimenti stereotipati del corpo.
2. Persistente occupazione ripetitiva con parti di oggetti.
3. Marcato disagio in occasione di banali cambiamenti nell'ambiente circostante.
4. Insistenza esagerata nel seguire dettagliatamente certi comportamenti routinari.
Marcata ristrettezza degli interessi e dedizione particolare a qualche interesse ristretto.

Il DSM IV (IV edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi Mentali), sempre in riferimento all'autismo, parla in termini di:

Compromissione qualitativa dell'interazione sociale, manifestata da almeno due delle seguenti caratteristiche:
1. Marcata compromissione nell'uso di svariati comportamenti non verbali, come lo sguardo diretto, l'espressione mimica, le posture corporee e i gesti che regolano le interazioni sociali.
2. Incapacità di sviluppare relazioni con i coetanei adeguate al livello di sviluppo.
3. Marcata compromissione nella capacità di condividere gioie altrui.
4. Mancanza di reciprocità sociale ed emotiva.

Compromissione qualitativa della comunicazione, manifestata da almeno una delle seguenti caratteristiche:
1. Ritardo o totale mancanza del linguaggio parlato non accompagnato da un tentativo di compensazione attraverso modalità alternative di comunicazione come gesti o mimica.
2. In soggetti con linguaggio adeguato, marcata compromissione nelle capacità di iniziare o sostenere una conversazione con altri.
3. Uso di linguaggio stereotipato e ripetitivo o di linguaggio eccentrico.
4. Mancanza di giochi simbolici vari e spontanei o di giochi di imitazione sociale adeguati al livello di sviluppo.

Modelli di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati, manifestati da almeno una delle seguenti caratteristiche:
1. Dedizione a uno o più tipi di interessi stereotipati e ristretti, anormale per intensità o approccio.
2. Rigida sottomissione ad abitudini o rituali specifici.
3. Manierismi motori stereotipati e ripetitivi, come muovere le braccia come un uccello in volo.
4. Persistente interesse per parti di oggetti.

Ritardo o funzionamento anomalo di almeno una delle seguenti aree con esordio prima dei tre anni di età:
1. Interazione sociale.
2. Linguaggio usato nella comunicazione sociale.
3. Gioco simbolico o di immaginazione.
L'anomalia non è attribuibile alla sindrome di Rett o al disturbo disintegrativo dell'infanzia.

In sintesi le caratteristiche più importanti dell'autismo sono:

Problemi nel rapportarsi in modo normale con persone e situazioni
Gli autistici hanno la tendenza ad isolarsi o a far apparire di non essere consapevoli della presenza di altre persone, come se fossero sordi; possono interagire con gli altri attraverso modalità strane o inaccettabili come annusare, leccare gli altri o fare le stesse domande senza fare attenzione alla risposta avuta. Ci possono essere anche evitamento del contatto oculare o rifiuto di stare vicino alle persone e difficoltà a mantenere amicizie solide al di fuori della famiglia.

Disturbi del linguaggio
Comprendono ritardo o assenza di uno sviluppo del linguaggio verbale in riferimento alla comprensione e all'uso del linguaggio; l'ecolalia, che consiste nella ripetizione di qualsiasi suono udito senza aggiungere altro; l'uso di parole e frasi senza senso per gli altri; un'inefficace gestualità comunicativa e mimica; un uso improprio dei pronomi personali e incapacità a nominare gli oggetti. La metà dei soggetti diagnosticati come autistici non sviluppa il linguaggio parlato.

Problemi nel reagire ai mutamenti dell'ambiente
Gli autistici hanno una predilezione per l'identità e la continuità delle cose, per questo rispondono ai cambiamenti dell'ambiente con irritazione, chiusura in sé e aggressività. Hanno un forte attaccamento per gli oggetti che acquistano una valenza simbolica: la differenza tra attaccamento normale e quello patologico sta proprio nel tipo di oggetti, nella riluttanza a separarsene e nell'età di manifestazione di tale comportamento.

Presenza di stereotipie, azioni ripetute e movimenti particolari.
Gli atteggiamenti ripetitivi non hanno alcuna funzionalità; vengono definiti autostimolatori per produrre stimolazioni sensoriali attraverso oscillazioni del corpo, movimenti delle dita, giochi di variazione della luce e roteazione degli oggetti. L'autostimolazione è per definizione una attività solitaria che impedisce ai bambini di interagire con gli altri, per cui uno degli obiettivi da raggiungere con i bambini autistici è la sua riduzione e sostituzione con attività più funzionali.

Ritardi di sviluppo
Nei bambini sono tre le aree principali di sviluppo, cognitiva, motoria, di adattamento sociale e sempre tre sono le situazioni che possono essere considerate "ritardo di sviluppo": lentezza nello sviluppo rispetto ai bambini che hanno uno sviluppo normale; arresto dello sviluppo, con incapacità a sviluppare abilità e funzioni; sviluppo e successiva perdita delle abilità.

ETA' DI SVILUPPO
I primi segni si manifestano intorno ai 2-3 anni di età, anche se per alcuni genitori i loro bambini sono differenti e distaccati fin dalla nascita. Alcuni bambini sono normali fino ai 12-24 mesi, poi sviluppano comportamenti autostimolatori e perdono le abilità acquisite in precedenza, come il linguaggio, l'interesse per relazioni interpersonali, le abilità di gioco e il controllo sfinterico. L'autismo colpisce 4-5 bambini ogni diecimila, ma se si considerano le forme più lievi del disturbo si passa a 10-15 bambini ogni diecimila. L' autismo colpisce in misura maggiore i maschi rispetto alle femmine. Gli autistici non presentano segni fisici delle loro disabilità, però si riconoscono dopo averli osservati per un po'.

CAUSE
E' del tutto naturale e legittimo il desiderio di identificare le cause delle anormalità umane, però per l'autismo, come per altri disturbi, non si può con precisione risalire ad esse. Leo Kanner, di cui ho precedentemente parlato, considerava i genitori freddi e distaccati come causa primaria dell'autismo; oggi si sa che non tutti i genitori di bambini autistici sono freddi e distaccati, ma presentano un'ampia gamma di personalità e atteggiamenti e, comunque, nella famiglia in cui è presente un autistico, sono presenti anche componenti normali. L'autismo è presente nella stessa misura in tutti i diversi gruppi socioeconomici, etnici e culturali.Si possono individuare tre tipi di ragioni per cui non si ha chiarezza sulle cause dell'autismo: innanzitutto c'è un disaccordo sulla natura e sulle caratteristiche dell'autismo, per cui lo stesso bambino per alcuni è affetto da ritardo mentale, per altri va classificato come autistico. In secondo luogo, l'autismo è una disabilità molto complessa per riuscire a identificarne le cause precise; infine il modo in cui sono stati condotti gli studi scientifici sull'autismo non è funzionale alla comprensione delle cause. Non si è nemmeno compreso il rapporto esistente tra l'autismo e certi tipi di patologie: si può parlare di correlazione, ma non di causalità.

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